Problems

Damien e Bibì

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1.     +1   -1
     
    .
    Avatar

    Advanced Member
    ★★★★★★

    Group
    Member
    Posts
    8,045
    Stima
    +903

    Status
    Anonymes!
    Damien Von Hale

    ❝They say before you start a war,
    you better know what you're fighting for❞
    tumblr_ljworlmuey1qg2aq4
    ■ 26 anni ■ Stregone ■ Single ■ Scheda ■ Insegnante/Scienziato ■ CB

    I
    l fatto che Will Shuester mi lasciasse la creazione di quell'assolo che il Glee club avrebbe dovuto portare alle Nazionali, cantato da quello che era il nuovo leader del nuovo gruppo, mi sorprendeva un pochino.
    Insomma, non era lui il professore? Io mi occupavo di chimica e numeri, non di canzoni e balli! Tuttavia Mr Shue sembrava tenerci particolarmente: così, armatomi di pazienza, avevo scelto un brano dei Queen - in assoluto il mio gruppo preferito- e avevo aspettato che il teatro si svuotasse per dare il via all'esibizione.
    Mi tolsi la maglia e la giacca, rimanendo solo in canotta, prima di accendere la radio e posizionarmi dietro dei cancelli mobili, provvisti di grata, che - seguendo il suggerimento di Emmy, nuova insegnante di danza- avrebbero fatto parte della mia coreografia.
    «I want to break free» cantai, sfiorando la grata, camminando dietro i cancelli. Conoscevo e apprezzavo moltissimo quella canzone, passata alla storia anche per il suo videoclip, una parodia di Coronation Street in cui ogni membro della band aveva vestito abiti femminili: era stato un videoclip talmente contestato che MTV aveva dovuto, quasi, censurarlo per sette anni, cosa che aveva danneggiato irremediabilmente i rapporti tra la band e i media americani.
    Freddy Mercury avrebbe successivamente dichiarato, difatti, che la band non avrebbe più tenuto concerti sul suolo degli USA.
    «I want to break free» continuai a cantare, sfiorando il metallo con fare che - secondo una valutazione di Emmy stessa- era più che ammiccante e provocatorio, mentre sfioravo quel metallo freddo con la stessa dolcezza che avrei riservato ad un'amante.
    ''Non ci stai pensando ancora, vero?''
    Il fatto che qualche settimana prima avessi avuto la possibilità di stringere a me il corpo di Bibì - sia pure per quel dannato siero di dubbia provenienza che i nostri computer, simpaticamente avevano somministrato ad entrambi, prendendolo dal suo laboratorio- mi perseguitava. Avevo dunque iniziato ad evitarla con cura, vergognoso ai soli ricordi e consapevole che Rick mi avrebbe ucciso se solo avesse saputo.
    E come dargli torto?
    «I want to break free from your lies. You're so self satisfied I don't need you: I've got to break free!» con un gesto rabbioso scostai i due cancelli, chiedendomi cosa avessi fatto di male per meritare tanta sofferenza, tanto dolore.
    Mi ero innamorato dell'unica che non avrei mai potuto avere.
    Ma a pensarci bene, chi volevo prendere in giro?
    «God knows, God knows I want to break free!»
    Io non avrei potuto avere Bibì. Non con quel padre che mi ritrovavo, sublilmente interessato al controllo sulla mia esistenza: mi aveva già portato via un fratello e cosa lo avrebbe trattenuto dal portarmi via anche colei che aveva preso possesso del mio cuore e della mia mente?
    Nulla, appunto. Anzi, scommettevo che per lui sarebbe stato anche più divertente!
    «I've fallen in love» mi tolsi la canotta - sebbene avessi concordato che avrei tirato via la giacca- lanciandola lontano, prima di portarmi una mano al petto, accarezzandomi la pelle. «I've fallen in love for the first time And this time I know it's for real»
    Ironico, come quella canzone rispecchiasse perfettamente il mio stato d'animo: volevo essere libero e mi ero innamorato per la prima reale volta nella mia vita. Cosa c'era di peggio nel non potere ottenere nulla?
    Finita la canzone, ritornai verso lo stereo e spegnetti la musica, frugando dal mio borsone per recuperare un asciugamano con eliminare parte del sudore e una bottiglia d'acqua da cui potei bere avidentemente.

    © CODE CREATED BY ;NINA. DON'T STEAL


     
    .
  2.     +1   +1   -1
     
    .
    Avatar

    Mirror of Erised Rpg
    ★★★★★★★

    Group
    Administrator
    Posts
    11,688
    Stima
    +487

    Status
    Anonymes!
    Phoebe Morgerstern
    ❝Don't spend time beating on a wall,
    hoping to transform it into a door❞
    uX7nwmaW4kPPdD
    ↘16 anni ▼ umana ▼ studentessa/scienziato ▼ etero ▼ single↙

    Quando Syria aveva accidentalmente fatto partire un certo video sul maxi schermo del laboratorio, per poco non rischiai di sperimentare l'infarto post trauma. Se solo non fossi stata sicura del prequel -ovvero di quando in seguito ad uno scherzo demente ero stata interamente innaffiata come una pianticella nel corridoio della scuola- che mi aveva portato a casa di Dam, probabilmente avrei pensato ad un fake in piena regola, dato che la mia fedele collaboratrice era un'esperta del campo.
    Mio malgrado, le riprese si erano rivelate essere quanto di più autentico potessi immaginare, gettandomi a fine visione nello sconforto e nell'imbarazzo più totale.
    Ok, Bì, stai calma. Sì, insomma, hai solo rischiato di finire a letto con uno dei migliori amici di tuo fratello nonché anche tuo amico nonché anche tuo professore di chimica nonché anche scienziato della NASA ventisettenne e ovviamente alla tua portata!
    Oh, certo, la vocina della mia coscienza mi diceva di star calma dopo tutto quello che i miei occhi avevano visto, ovvio. Perché i due tipi che, nello schermo, erano intenti a scambiarsi effusioni al pari di una delle soup erotiche alla Syria, ovviamente, non erano affar mio! Due sosia che ci somigliavano indescrivibilmente, magari alieni che avevano preso possesso delle nostre menti o, cosa assai più probabile, le nostre menti ad esser state possedute da un filtro afrodisiaco caduto per caso in cibo e pietanze.
    No, nessun complotto, ovviamente no. Nessuno voleva divertirsi alle mie spalle, non Syria o quegli altri due combinaguai al seguito! Mi ero in realtà semplicemente immaginata tutto, come sempre!
    Senza contare che, quel video, mi era stato mostrato di domenica, ovvero il fausto giorno che precedeva l'inizio della settimana, un lunedì che avrebbe previsto tre ore di chimica.
    Adesso potevo comprendere il suo atteggiamento, a dire il vero, che non ero riuscita a spiegarmi da un paio di giorni a questa parte.
    Dam, a differenza mia, doveva aver ricordato tutto fin da subito, cosa che lo aveva spinto ad evitarmi come la peste del XV secolo. E come dargli torto, in realtà, se entrambi eravamo stati vittima di una congiura?
    Cavoli, chissà cosa avrà pensato quando dopo tutti quegli equivocabili trascorsi, il mio comportamento nei suoi confronti si era rivelato essere più che normale, come se nulla fosse accaduto!
    Certo, avevo fatto una ramanzina di tre ore buone a tutto lo staff del laboratorio, ma la vergogna di aver esplicato cose che avrebbero dovute esser rimaste sigillate nei meandri nella mia razionalità, mi aveva letteralmente gettato nello sconforto.
    Non avevo mai pensato a Dam in quei termini e il rivedermi su uno schermo in quegli atteggiamenti, aveva smosso qualcosa che... Non sapevo spiegarmi, per la miseria!
    In preda a quei pensieri, mi riscoprii praticamente rossa come un pomodoro mentre, appena scesa dal letto, mi guardavo allo specchio.
    Una nuova giornata stava per iniziare e, mio malgrado, avrei dovuto affrontare cause e conseguenze delle azioni passate.
    Dunque, armata di santa pazienza, mi ero incamminata di buon ora -dopo essermi soffermata nella cioccolateria di Angie e Alex a fare colazione- verso la scuola. Speravo vivamente di non incontrare la mia migliore amica, non adesso almeno, non prima di essermi scusata con Dam e a limitare quindi il rossore delle guance.
    Passai tutta la mattinata a pensare a cosa dire o fare nelle ore successive e solo quando sentii il rintocco dell'ultima campanella compresi come in realtà non fossi riuscita a preparare neanche l'incipit di un discorso decente.
    Diamine, se non capitavano tutte a me!
    Ero a conoscenza del fatto che, prima delle tre assidue ore di chimica pomeridiane, Dam fosse stato ingaggiato dal professor Shue per ideare una coreografia adatta alle Nazionali che avrebbero visto protagonista anche il Glee Club del nostro liceo.
    Mi precipitai esitante nell'auditorium dalla porticina sul retro per non dar troppo nell'occhio, vergognandomi come una ladra: approdai dunque dietro le quinte, salii quieta sul palco e mi lasciai condurre dalla musica...
    Per poi vedere un Damien Von Hale totalmente impegnato ad armeggiare con una grata scenografica posta al centro del palco, l'aria concentrata di chi sapeva il fatto suo e rivoli di sudore che gli imperlavano fronte, collo e braccia.
    Mi coprii la faccia rossissima con entrambe le mani, anch'esse di fuoco.
    Era forse una congiura?! Eppure no, non poteva essere un video anche questo, ammesso che io stessa non mi trovassi telematicamente in un video!
    Bene, Bibì, stai sragionando, perfetto, continua così!
    Non mi persi tuttavia il volo della canotta -che precedette quello degli ormai innescati ormoni adolescenziali che sembravano riprodursi a ritmo di marcia nel mio corpo- e attesi il momento propizio per farmi avanti.
    Aspettai che spegnesse la musica, azzardai un qualche passo nella sua direzione ma, ovviamente, qualcosa andò storto: inciampai sbadatamente all'ampio tendaggio del palco, mi sbilanciai verso destra e finii con lo sbattere irrimediabilmente alla grata posta al centro della scena, finendo con lo stamparci sopra il mio bel musetto, afferrandola poi di riflesso ai lati poco prima che Dam si voltasse.
    «Uhm... Bù!» esclamai prontamente, sorridendo con fare angelico e trovando un pretesto per non evaporare in seduta stante. «Passavo di qui per caso e ho sentito la musica!»

    lhAq7mM

    © CODE CREATED BY ;NINA ONLY FOR BROTHERHOOD REBIRTH. NOT COPY

     
    .
  3.     +1   +1   -1
     
    .
    Avatar

    Advanced Member
    ★★★★★★

    Group
    Member
    Posts
    8,045
    Stima
    +903

    Status
    Anonymes!
    Damien Von Hale

    ❝They say before you start a war,
    you better know what you're fighting for❞
    tumblr_ljworlmuey1qg2aq4
    ■ 26 anni ■ Stregone ■ Single ■ Scheda ■ Insegnante/Scienziato ■ CB

    U
    n rumore sordo, seguito dal cigolare della povera grata che mi ero procurato per provare, mi fece sobbalzare e strizzare gli occhi, prima di voltarmi repentinamente verso la fonte di cotanto fracasso.
    E chi altri se non la causa di ogni mio pensiero sconnesso su quanto mi fossi comportato come il più meschino dei pedofili?
    Dovevo rassegnarmi: le sfighe non arrivano mai da sole, ma se sei un Von Hale ti fanno il favore di arrivare a gruppi turistici con tanto di allegro bus giallo e sorridente guida fornita di bandierina?
    Assunsi un'espressione di affettuoso rimprovero.
    «Uhm... Bù! Passavo di qui per caso e ho sentito la musica!» si giustificò lei e le sorrisi, avvicinandomi per inginocchiarmi davanti a lei e prenderle il volto con una mano, controllando che il danno non fosse stato maggiore.
    Aveva la pelle incredibilmente fresca, capace di mandarmi una piccola scarica elettrica lungo il braccio per il contrasto con la mia, accaldata dopo il luogo allenamento.
    Le accarezzai il segno della grata sulla pelle, con delicatezza, quasi pensando di curarla lì, su due piedi.
    Ma avevo giurato.
    Avevo giurato per l'affetto che provavo per Rick che sua sorella mi sarebbe uscita dal cuore e dalla mente il più in fretta possibile: non perchè la prospettiva di toccarla ed accarezzarla mi fosse del tutto proibita, avrei potuto affrontare con calma il discorso con il mio migliore amico e la sua famiglia e corteggiarla con calma quando avesse compiuto diciotto anni, ma sapevo sin troppo bene che mio padre non era un capitolo da affrontare con leggerezza.
    In qualsiasi caso, la protezione di chi mi stava intorno veniva prima. Non avrei lasciato che qualcuno pagasse la mia debolezza.
    Non di nuovo.
    «Per fortuna non è niente» dissi con apparente tono tranquillo e sorridente, quasi come se ci fossimo lasciati il giorno prima dopo un buon the - meglio la cioccolata, quello si- con biscottini e tanti pettegolezzi.
    Ma non ero quello, per lei? Un porto sicuro in cui aggrapparsi, un buon amico.
    E nonostante tutto, quella parola faceva incredibilmente male.
    Mi alzai, comunque, aiutandola a fare lo stesso prima di recuperare la canotta e dirigermi verso il mio borsone, ove avevo predisposto un cambio.
    «Senti Bibì, per l'averti evitata, mi rendo conto di aver esagerato. Ero solo stanco e nervoso, perdonami» dissi, voltandole le spalle mentre mi infilavo la canotta e poi la camicia, voltandomi a guardarla assorto quando fu la volta di abbottonarmi. Mi bloccai, scorgendo una punta di... Imbarazzo?
    Oddio, non l'hanno fatto davvero
    Sbuffai. Non sapevo se essere più divertito od arrabbiato dalla cosa.
    «Syria ti ha fatto vedere il filmato e sei venuta qui per scusarti» dedussi. Sapevo di dovermelo aspettare da lei. «Senti, davvero, non ce n'è bisogno. Non credo che fossimo in noi, giusto?» piccola bugia, dato che sapevo benissimo che quello fosse un filtro della verità ma credetemi; era meglio così. «E tu hai quella cotta per quel... Come si chiama? Dean? Sam? Tranquilla che di questa storia non gli dirò nulla» soggiunsi.

    © CODE CREATED BY ;NINA. DON'T STEAL


     
    .
  4.     +1   +1   -1
     
    .
    Avatar

    Mirror of Erised Rpg
    ★★★★★★★

    Group
    Administrator
    Posts
    11,688
    Stima
    +487

    Status
    Anonymes!
    Phoebe Morgerstern
    ❝Don't spend time beating on a wall,
    hoping to transform it into a door❞
    uX7nwmaW4kPPdD
    ↘16 anni ▼ umana ▼ studentessa/scienziato ▼ etero ▼ single↙

    Ero consapevole del fatto di essere pessima, ma non avrei mai pensato che la mia eterna goffaggine -alias propensione alle situazioni imbarazzanti- potesse arrivare a simili livelli.
    Davvero è tutto quello che la tua geniale mente è riuscita a partorire, Bibì? Pensi serialmente che si berrà una scusa vecchia quanto la notte dei tempi?
    Ovviamente no, non avrebbe mai potuto, dato che in quanto a intelligenza gareggiavamo di pari passo. Eppure, sulle prime, non avevo saputo inventare qualcosa di meglio. Sì, non ero mai stata un asso nell'improvvisazione!
    Dam, tuttavia, mi sorrise, sfiorandomi piano la guancia con le dita: avevo preso una bella botta ma, strano a pensarsi, non sentivo praticamente nulla se non il calore della sua mano.
    «Per fortuna non è niente» constatò, tranquillo e sorridente come sempre, seppur con un'indecifrabile sfumatura di altro. Arrossii appena a quella premura: ultimamente sembrava proprio che non riuscissi a fare altro.
    «Non credo servirà neanche il ghiaccio, sì» ammisi prontamente, parlando a vanvera pur di non perpetuare il silenzio. «Oggi non ero ancora inciampata in nulla, troppo strano per essere vero. Mi sentivo in obbligo di rimediare!» e, accolta la sua mano, mi issai in piedi, provvedendo a rassettare i pantaloni della salopette.
    Lo seguii poi con lo sguardo, vedendolo riacciuffare la canotta -che intanto era volata oltre palco- e dirigersi verso il suo borsone.
    «Senti Bibì, per l'averti evitata, mi rendo conto di aver esagerato. Ero solo stanco e nervoso, perdonami» iniziò, dandomi le spalle e infilandosi prima la canottiera e poi la camicia.
    Ecco, ci siamo, il momento della verità che tanto temevi è arrivato!
    Fu tuttavia quando si voltò che, accadde. Perché, ovviamente, anche un cieco si sarebbe accorto di tutto l'imbarazzo che in quel momento stavo provando, una vergogna che mi aveva acceso le guance in maniera tanto visibile da far concorrenza alle gote di Heidi.
    Se avessi allungato una mano, probabilmente mi sarei ustionata.
    «Syria ti ha fatto vedere il filmato e sei venuta qui per scusarti» sbuffò, deducendo l'ovvio. «Senti, davvero, non ce n'è bisogno. Non credo che fossimo in noi, giusto? E tu hai quella cotta per quel... Come si chiama? Dean? Sam? Tranquilla che di questa storia non gli dirò nulla»
    Mi concessi di abbassare lo sguardo e di guardare in un punto indefinito del palco. Non pensavo che sarebbe stato tanto imbarazzante ammettere l'evidenza davanti a colui che forse era divenuto uno dei miei migliori amici, eppure nonostante vantassi di un'amabile chiacchiera, non riuscii a spiccicare mezza parola, aspettando che finisse.
    Ed era una cosa abbastanza strana da spiegare perché per quanto non fossimo stati in noi, quella sera, infondo sentivo quasi di...
    Scossi il capo, riportando lo sguardo su di lui.
    «A dire il vero sì, ne sono venuta a conoscenza solo... ieri» ammisi, lasciando ricadere le braccia lungo i fianchi. «E più che scusarmi volevo semplicemente dirti che mi dispiace, e che Syria è stata davvero un'incosciente a plagiare il povero Mike e a convincerlo a drogarci come neanche due cocainomani» continuai, abbassando lo sguardo per poi rialzarlo su di lui.
    «Ma...» cosa? Non riesci a togliertelo dalla testa? Ricordi parte delle emozioni provate? Cribbio, Phoebe, spiccica mezza parola! «Non riesco a pensare ad altro, ecco» confessai, arrossendo colpevole.
    «Ho provato a far parlare Syria, ma ovviamente non vuole dirmi la formula che ha usato per il composto. Perché vedi...» mi sfiorai un sopracciglio, come facevo sempre quando ero nervosa o pensierosa. O nel panico. «E' stato tutto troppo reale per essere un normale afrodisiaco, c'è qualcosa di strano che non comprende solo lo sviluppo di ormoni e di cellule sessualmente attive, e-» mi stoppai un attimo, accorgendomi di star divagando.
    «Scusami, non volevo affatto farti sorbire uno dei miei sermoni, e devo ammettere che sì, se non ne avessi parlato subito con te avrei forse sperimentato la morte da imbarazzo, probabilmente!»
    Voglio fare l'amore con te, Dam.
    Erano state, quelle, parole che mi erano ronzate nella testa nelle ultime ventiquattro ore. Chissà cosa aveva pensato! Per tutte le cioccolate del mondo, quanto poteva essere imbarazzante da uno a dieci?
    «Insomma, lo scopo principale della mia visita era di eludere l'episodio, sopire ogni imbarazzo e tornare amici come prima, sì!» gonfiai le guanciotte, abbandonandomi ad una smorfietta. «E per quanto riguarda la mia cotta, si chiama Ryan! E a dire il vero non mi capita di pensare a lui da un po', ma non penso ti interessi poi molto» alzai le spallucce, ridacchiando divertita.

    lhAq7mM

    © CODE CREATED BY ;NINA ONLY FOR BROTHERHOOD REBIRTH. NOT COPY

     
    .
  5.     +1   -1
     
    .
    Avatar

    Advanced Member
    ★★★★★★

    Group
    Member
    Posts
    8,045
    Stima
    +903

    Status
    Anonymes!
    Damien Von Hale

    ❝They say before you start a war,
    you better know what you're fighting for❞
    tumblr_ljworlmuey1qg2aq4
    ■ 26 anni ■ Stregone ■ Single ■ Scheda ■ Insegnante/Scienziato ■ CB

    B
    ibì aveva sempre quell'insana capacità di inciampare persino nelle molecole dell'aria che me la faceva trovare - allo stesso tempo- dolcissima e buffa: e alla sua uscita le sorrisi, divertito quanto intenerito, mentre finivo di controllare il danno.
    «Si, beh, le statistiche poi ci rimarrebbero male e correrebbero a trovare un altro soggetto da monitorare. Non vogliamo correre il rischio» le feci notare.
    E poi eravamo lì a confrontarci su quello che era successo.
    Il fatto era che baciarla ed accarezzarla mi era piaciuto, anche troppo: ma ero un adulto responsabile e con una storia abbastanza triste da capire che la felicità, molto spesso, non esiste.
    Bibì era una ragazzina, la sorellina del mio migliore amico - o meglio, di colui che aveva avuto il coraggio di dirsi mio migliore amico, sulla faccia della Terra, nonostante ci fossimo conosciuti dopo che mio padre aveva avuto la splendida idea di tranciargli la testa - una sedicenne che meritava una vita lontana dallo sporco che caratterizzava la mia.
    Non volevo la pietà di nessuno. La vera storia di Mike non l'aveva mai conosciuta nessuno, in fondo, nemmeno Rick che aveva accesso a gran parte del database su mia concessione: era qualcosa di privato, infinitivamente doloroso e stanco così come era diventato anche il mio cuore.
    «A dire il vero sì, ne sono venuta a conoscenza solo... ieri. E più che scusarmi volevo semplicemente dirti che mi dispiace, e che Syria è stata davvero un'incosciente a plagiare il povero Mike e a convincerlo a drogarci come neanche due cocainomani»
    Scossi il capo, un sorriso divertito sul volto anche se la sensazione che provavo in quel momento era malinconia.
    Perchè eravamo stati due drogati che si erano impossessati l'uno dell'altra come se fossimo qualche grammo di preziosa eroina.
    «Mike non è una povera anima innocente. Ed un poco lo capisco, si annoia tutto solo, anche se i miei androidi fanno quello che possono per tenersi compagnia» mormorai. Mi grattai una guancia. «Okay, magari gli manca un bambino con cui giocare e divertirsi, ma è tutto sommato perfettamente comprensibile: quindi tranquilla, per me è acqua passata ormai»
    «Ma... Non riesco a pensare ad altro, ecco. Ho provato a far parlare Syria, ma ovviamente non vuole dirmi la formula che ha usato per il composto. Perché vedi... E' stato tutto troppo reale per essere un normale afrodisiaco, c'è qualcosa di strano che non comprende solo lo sviluppo di ormoni e di cellule sessualmente attive, e-» si interruppe e la osservai divertito.
    Beh, per capire quello non ci voleva di certo un genio!
    «Scusami, non volevo affatto farti sorbire uno dei miei sermoni, e devo ammettere che sì, se non ne avessi parlato subito con te avrei forse sperimentato la morte da imbarazzo, probabilmente!»
    Scossi il capo, di nuovo.
    «Ripeto, devi stare tranquilla. Sai, Bibì, io non vorrei dire ma... Ecco, Syria ha semplicemente usato la chimica tra noi, moltiplicandola per mille. E' un fattore fisico, essere attratti da qualcun altro: la pozione ha agito come... Beh, liberandoci da ogni scrupolo. Ma tranquilla, ripeto, non sono affatto arrabbiato con te o con i computer: sono semmai deluso dall'essermi fatto battere da un'intelligenza artificiale» replicai sinceramente, abbozzando un sorriso.
    «Insomma, lo scopo principale della mia visita era di eludere l'episodio, sopire ogni imbarazzo e tornare amici come prima, sì!»
    Sospirai pazientemente.
    «Ti ho detto che non è niente, no? Non devi mica temere!» la confortai dolcemente.
    «E per quanto riguarda la mia cotta, si chiama Ryan! E a dire il vero non mi capita di pensare a lui da un po', ma non penso ti interessi poi molto»
    ''Potessi sapere quanto ti sbagli!'' pensai, amareggiato. Tutti quei buoni propositi in fumo, praticamente!
    «Ehy, vuoi che ti canti una canzone? Così, per dimostrarti che non ho nulla contro di te!» proposi allegramente.
    E al diavolo Gibelrt! O forse era Enric?''

    © CODE CREATED BY ;NINA. DON'T STEAL


     
    .
  6.     +1   +1   -1
     
    .
    Avatar

    Mirror of Erised Rpg
    ★★★★★★★

    Group
    Administrator
    Posts
    11,688
    Stima
    +487

    Status
    Anonymes!
    Phoebe Morgerstern
    ❝Don't spend time beating on a wall,
    hoping to transform it into a door❞
    uX7nwmaW4kPPdD
    ↘16 anni ▼ umana ▼ studentessa/scienziato ▼ etero ▼ single↙

    Definire imbarazzante quella situazione sarebbe stato estremamente riduttivo: Dam era il mio migliore amico, nonché prof, e per via di un banale e fin troppo coinvolgente scherzo da parte di una peste di androide ologrammatico, adesso mi ritrovavo in una posizione estremamente scomoda.
    Perché, anche se avremmo entrambi chiuso un occhio su quanto accaduto, nulla sarebbe potuto tornare come prima, o almeno non del tutto.
    Avrei voluto semplicemente eludere quel caso a singolo episodio, metterci una pietra sopra e addio... Peccato che non riuscissi a pensare ad altro: le immagini, quelle frasi sospirate a metà e quel contatto tanto intimo quanto nuovo, si erano impressi a forza nella mia mente, facendo saltare come canguri quella sottospecie di ormoni adolescenziali che mi ritrovavo incapsulati all'interno di un corpo adolescente.
    Poi, diciamocelo: Damien era tutto meno che un brutto ragazzo.
    E, in quel momento, vederlo semplicemente a torso nudo, petto e fronte imperlate di goccioline salate -neanche fosse uscito fuori dalla doccia, per tutte le cioccolate del mondo!- e con quel sorriso bonaccione/sbarazzino che si ritrovava sul musetto, non potevo non sentire le guance praticamente infuocate.
    No, non mi era mai capitato prima proprio per il semplice fatto che non avessi mai pensato a Dam in quel modo.
    Ora invece, in qualsiasi angolazione lo guardassi...
    Che c'è Bibì? Non dirmi che ti vergogni? O forse non vuoi ammettere l'ovvio?
    L'ovvio? Che ovvio?!
    Scossi la testa, scacciando a forza quella fastidiosissima coscienza pianta grane, che in momenti come questi mi accusava perfino di essere poco onesta con me stessa!
    «Si, beh, le statistiche poi ci rimarrebbero male e correrebbero a trovare un altro soggetto da monitorare. Non vogliamo correre il rischio» sorrise, aiutandomi ad alzarmi.
    Meno male che c'era qualcuno con la buona volontà di sdrammatizzare un poco la situazione! Ero tesa come una corda di violino, di chitarra, di piano... Di un qualsiasi strumento musicale, anche un arpa.
    Nonostante tutto, riuscii a trovare il coraggio di confessare le mie scuse e di esporre dubbi e riflessioni, per poi interrompermi per paura di risultare noiosa con i miei frequenti sproloqui di portamento scientifico-sperimentale.
    «Mike non è una povera anima innocente. Ed un poco lo capisco, si annoia tutto solo, anche se i miei androidi fanno quello che possono per tenersi compagnia» mormorò, grattandosi una guancia.
    Di tutta risposta arricciai il naso, mentre sentivo le guance intorpidirsi una seconda volta.
    A quanto pareva, quella mattina stavo notando quanti più particolari possibili, azioni di vita quotidiana alle quali non avevo mai prestato la giusta attenzione, e che adesso minacciavano di torturarmi finché non mi sarebbe passata questa... cosa verso Dam.
    Tutta colpa di quella dannata mente diabolica!
    «Okay, magari gli manca un bambino con cui giocare e divertirsi, ma è tutto sommato perfettamente comprensibile: quindi tranquilla, per me è acqua passata ormai»
    Sarebbero dovute essere parole rassicuranti, quelle, eppure perché sentivo che non tutto era come sarebbe dovuto essere?
    «A Syria invece manca una bella strigliata come si deve» sospirai, alzando spallucce. «Sono sicura che è tutta colpa di quei dannatissimi film che si vede, in confronto Rocco Siffredi non avrebbe tenuto banco!» inevitabilmente, mi sciolsi in un sorriso divertito, osservando Dam armeggiare con camicia e acqua. «E sì, Mike non sarà di certo un santo, ma sappiamo entrambi a chi appartiene la mente diabolica che ha eretto e progettato l'intero piano esclusivamente a scopo ludico personale!»
    Tornarono alla mente i sussurri, le parole strascicate dietro i gemiti: mani che passavano tra i capelli, che scendevano sulle spalle, che si soffermavano sul petto e proseguivano poi lungo la schiena, beandosi di ogni più piccola bellezza di quel fisico statuario che...
    Mi piazzai una mano sulla fronte, cercando di ristabilire il controllo perduto.
    «Ripeto, devi stare tranquilla. Sai, Bibì, io non vorrei dire ma... Ecco, Syria ha semplicemente usato la chimica tra noi, moltiplicandola per mille. E' un fattore fisico, essere attratti da qualcun altro: la pozione ha agito come... Beh, liberandoci da ogni scrupolo. Ma tranquilla, ripeto, non sono affatto arrabbiato con te o con i computer: sono semmai deluso dall'essermi fatto battere da un'intelligenza artificiale» continuò Dam, abbozzando un sorriso.
    Le sue erano teorie sempre geniali e con base piuttosto solide: spesso combaciavano con le mie, altre volte erano completamente l'opposto. Queste, tuttavia, non erano ipotesi scientificamente provate, abbracciavano in realtà una sfera molto più ampia: quella dei sentimenti.
    Che Syria avesse davvero trasformato la chimica spigionata da una forte amicizia in qualcosa di più? Se sì, che formula aveva usato per realizzare l'intero composto? E perché mi sentivo tanto attratta dalla prospettiva di saperne ancora e ancora?
    Forse avrei semplicemente dovuto lasciar perdere, mandare indietro i nastri e fare come se nulla fosse stato, proprio come Dam. Era riuscito a dimenticare subito, lui, anche se ovviamente le probabilità che fosse attratto da una sedicenne pasticciona come me rientravano nella statistica dello zero spaccato.
    No, qui il problema ero io, i miei pensieri, i miei ormoni e chissà che altro!
    «Non ti nascondo che al momento ho la testa più confusa della teoria sui buchi neri, Dam» ammisi sinceramente, sbuffando con fare divertito per alleggerire un poco la tensione. «Sì, insomma, ok vada per la chimica! Ma il punto è che non riesco propriamente a spiegarmi le dinamiche del tutto, perché ripensando a quel che abbiamo visto o fatto -o entrambi!- sembravamo... Davvero... Mhm... Molto presi, coinvolti come se...» come se fosse stato ciò che entrambi avreste desiderato?. «... Come se non ci fosse importato d'altro se non... stare insieme sussurrai, alzando lo sguardo e guardandolo negli occhi con un misto di curiosità, timidezza e dolcezza.
    «Eppure è strano che non sia riuscita a ricordare nulla... Non riesco neanche a ricordare sensazioni o emozioni provate, tabula rasa!» continuai, prendendo a camminare avanti e indietro per il palco, come facevo sempre quando ero in procinto di trovare la giusta risposta a qualche incognita.
    Picchiettai con l'indice la guanciotta destra, fissando poi gli occhi su Dam. «Tu non riesci a ricordare proprio nulla? Sì, insomma, ti è piaciuto?»
    Mi resi conto forse troppo tardi di quella sfacciataggine senza né capo né coda e, anche se demotivante, non riuscivo a trovare un motivo per cui avessi dovuto domandargli quella cosa.
    Rossa. Ero diventata una statuina di sale rossa.
    «Era mio intento partire da un'analisi delle emozioni/sensazioni suscitate dall'esperienza vissuta per cercare di indovinare su quale emisfero cerebrale avesse agito la sostanza, e quindi risalire al composto mediante accertamenti che...» balbettai un poco, senza contegno.
    Scossi poi il capo, facendo un gesto con la mano che stava a significare "basta non pensiamoci più".
    «Va bene, basta, prima che rischio di divenire matta! Mettiamoci una pietra sopra e andiamo in pace» annuii dunque con veemenza.
    «Ehy, vuoi che ti canti una canzone? Così, per dimostrarti che non ho nulla contro di te!» propose allegramente.
    Addolcii lo sguardo e gli sorrisi, raggiungendolo per affiancarmi a lui. «Solo se non mi trascini nella coreografia! Sai che sono una frana a ballare!» borbottai divertita, sorridendogli spontaneamente.
    Anche se il rossore e la vergogna non avevano ancora abbandonato le guance, quella proposta aveva sortito un effetto quasi terapeutico.

    lhAq7mM

    © CODE CREATED BY ;NINA ONLY FOR BROTHERHOOD REBIRTH. NOT COPY

     
    .
  7.     +1   +1   -1
     
    .
    Avatar

    Advanced Member
    ★★★★★★

    Group
    Member
    Posts
    8,045
    Stima
    +903

    Status
    Anonymes!
    Damien Von Hale

    ❝They say before you start a war,
    you better know what you're fighting for❞
    tumblr_ljworlmuey1qg2aq4
    ■ 26 anni ■ Stregone ■ Single ■ Scheda ■ Insegnante/Scienziato ■ CB

    T
    rovo che il Destino, alle volte, sia dannatamente ingiusto, accanendosi anche con chi ha già scontato una buona dose di pene: avevo già perso mio fratello, avevo rinunciato a gran parte della mia vita.
    Cosa dovevo ancora perdere per un pò di pace?
    «Non ti nascondo che al momento ho la testa più confusa della teoria sui buchi neri, Dam. Sì, insomma, ok vada per la chimica! Ma il punto è che non riesco propriamente a spiegarmi le dinamiche del tutto, perché ripensando a quel che abbiamo visto o fatto -o entrambi!- sembravamo... Davvero... Mhm... Molto presi, coinvolti come se... Come se non ci fosse importato d'altro se non... stare insieme.»
    Fu quel giorno, nel mio vecchio liceo e davanti ad una ragazzina che mi guardava come se avessi la risposta ad ogni quesito del mondo così come tenevo quelle caramelle gommose e zuccherate alla frutta che tanto mi piaceva divorare tra una cosa e l'altra - alla faccia del serio scienziato, lo so- che capii una cosa: il destino non è solo un sadico di prima categoria, oh no.
    Il Destino ha anche un senso dell'umorismo che farebbe sembrare coloro che scrivono in linguaggio SMS dei novelli Dante e Boccaccio.
    «Tu non riesci a ricordare proprio nulla? Sì, insomma, ti è piaciuto?» perchè, insomma, che motivo aveva per chiedermi una cosa simile?
    Se - ma lo dubitavo- una buona stella stava vegliando su di me, in quel momento stava ridendosela da matti. E la cosa triste era che avrei riso anche io, se non fosse stato tutto così mortalmente serio.
    La vidi arrossire, come se si fosse resa conto solo in quel momento di quello che mi aveva chiesto ed abbozzai un sorriso, scuotendo il capo. Bibì era fatta così.
    Effettivamente, però, non saprei spiegarmi cosa mi prese quando, mentre lei era intenta a balbettare scuse su scuse che forse non avevano nè capo nè coda, la raggiunsi in poche falcate e le presi il volto tra le mani.
    Nemmeno saprei spiegare perchè l'avessi baciata in mezzo a quel palco. Forse la consapevolezza che avrei potuto tranquillamente dire qualsiasi cosa ad un incauto visitatore - ero abbastanza alto da coprire la piccola Bibì con almeno metà schiena- senza che l'altro avesse prove necessarie per dire che si, stessi baciando un'alunna: forse, la voglia di fare un gesto sconsiderato.
    Fu un contatto breve ma forte. Era tutto lì, ciò che avrei mai potuto provare per lei: che valore aveva la scienza, paragonato al sentimento che provavo per lei?
    Mi distaccai, rimettendomi in una posizione eretta e le sorrisi appena. Mi sentivo stranamente sereno, forse capendo che non mi avrebbe mai e poi mai potuto ricambiare: ma andava bene anche così, mi dissi, osservandola.
    «Io ricordo tutto. E si, beh, credo di essere innamorato di te» ammisi, in tutta schiettezza, prima di avere una piccola risata. «Okay so che probabilmente dovrei inginocchiarmi e farti un discorso che faccia impallidire un premio Nobel alla letteratura ma beh, non sono bravo. Quindi si, credo di essere follemente innamorato di te e che tutta la scuola lo sappia e ci veda bene assieme, pensa che la preside mi ha convocato l'altro ieri per dirmi che andare con una minorenne non è reato se è consenziente» le spiegai, ridacchiando ancora.
    Le proposi una canzone, per stemperare la tensione sarebbe stata ottima!
    «Solo se non mi trascini nella coreografia! Sai che sono una frana a ballare!»
    Mi mordicchiai il labbro inferiore.
    «Che ne dici di ''We are The Champions''? Oppure ''Somebody to love''» elencai, pensieroso. Che volete farci? Amavo i Queen e i Journey, anche se cantare ''Faithfully'' sarebbe stato inappropriato


    © CODE CREATED BY ;NINA. DON'T STEAL


     
    .
  8.     +1   +1   -1
     
    .
    Avatar

    Mirror of Erised Rpg
    ★★★★★★★

    Group
    Administrator
    Posts
    11,688
    Stima
    +487

    Status
    Anonymes!
    Phoebe Morgerstern
    ❝Don't spend time beating on a wall,
    hoping to transform it into a door❞
    uX7nwmaW4kPPdD
    ↘16 anni ▼ umana ▼ studentessa/scienziato ▼ etero ▼ single↙

    Quanto potevo essere mentalmente andata per avergli chiesto una cosa del genere? Come avevo semplicemente potuto partorire una domanda tanto assurda quanto imbarazzante? Perché a quanto sembrava, non era bastata la vista di un video a squilibrare la razionalità di entrambi, no, cosa troppo semplice! Dovevo aggiungere al già appurato casino anche il carico da novanta, e complicare ancor di più le cose, già abbastanza intrigate di loro!
    Sì, insomma, ti è piaciuto?
    Avrei voluto prendere una pala, scavarmi una bella fossa e seppellirmi a mo' di mummia egizia, con la sola differenza che sarebbe stata la terra a farmi da sarcofago vivente. Ok, forse la stavo facendo un po' troppo tragica: non si trattava di uno sconosciuto, Dam era mio amico nonché il miglior amico di Rick. Mi aveva ripetuto fino alla nausea che per lui, quel che era stato, ormai si trattava di un capitolo chiuso e archiviato, e forse avrei dovuto sforzarmi di pensare lo stesso con la stessa semplicità che aveva riposto nell'intera faccenda.
    Piccolo problema: non ci riuscivo.
    Piccola domanda: perché mai non riuscivo a dimenticare?
    Forse perché quello è stato il tuo primissimo bacio in assoluto con tanto di limonata appassionata e decisamente troppo spinta?
    Era ufficiale: odiavo quella diavolo di vocina della mia coscienza, in grado di mettere a nudo pensieri che personalmente mi rifiutavo anche solo di prendere in considerazione. Basta, dovevo chiudere questo imbarazzante capitolo e tornare all'ordinaria vita di sempre, prima che rischiassi di impazzire una volta per tutte.
    E mi stavo apprestando ad aprire bocca e mettere le cose in chiaro, quando notai Dam coprire la distanza che ci separava, prendermi delicatamente il volto tra le mani e... baciarmi.
    Lì, in mezzo al palco, incurante di tutto e di tutti.
    Fu un contatto brevissimo, delicato ma intenso: le sue labbra avevano sfiorato dolcemente le mie, imprimendosi appena, ma sprigionando una tale passione da lasciarmi sconcertata.
    Rimasi immobile, il respiro trattenuto, gli occhi che scavavano curiosi nei suoi, domandogli forse una spiegazione più che ovvia. Un qualcosa che tuttavia non riuscivo a comprendere, a carpire, a intendere.
    In quel momento c'eravamo solo noi, Dam e Bibì, in un mondo tutto loro, in un'intimità tutta loro, culminata in un casto e dolcissimo bacio.
    «Io ricordo tutto. E si, beh, credo di essere innamorato di te» ammise rilassato, sorridente e... Forse compiaciuto? «Okay so che probabilmente dovrei inginocchiarmi e farti un discorso che faccia impallidire un premio Nobel alla letteratura ma beh, non sono bravo. Quindi si, credo di essere follemente innamorato di te e che tutta la scuola lo sappia e ci veda bene assieme, pensa che la preside mi ha convocato l'altro ieri per dirmi che andare con una minorenne non è reato se è consenziente»
    Panico. Lui se la rideva ed io ero nel panico più totale.
    Perché, per la primissima volta nella mia vita, non seppi come comportarmi.
    Quelle semplici ma importanti parole continuavano a scavare nella mia mente alla ricerca di un appiglio, nella speranza di essere comprese e riconosciute nonostante l'intero sistema nervoso sembrava essere andato a farsi friggere.
    Se prima non riuscivo a pensare ad altro che a quel video -o, per meglio dire, a quello che era avvenuto in quel video- adesso non riuscivo proprio a pensare: niente, nada, nothing.
    E, come se non bastasse, quel rincitrullito di Dam l'aveva presa a ridere e scherzare, come se fosse la cosa più naturale del mondo, come se lo avessimo sempre fatto.
    Avrei tanto voluto comprendere cosa gli fosse passato per la mente, cercare di argomentare almeno un minimo quella dichiarazione, o almeno manifestare una piccola piccolissima reazione.
    Bella statuina: mi ero trasformata in una bella statuina di sale imbambolata ad osservarlo negli occhi e incapace di fare altro.
    Arrabbiata? Felice? Meravigliata? Shockata? Stupita? Divertita?
    Non sapevo neanche quale fosse il mio stato d'animo, per la miseriaccia!
    Mi ricordai di respirare solo quando gli occhi incontrarono di nuovo i suoi, di un verde chiaro che, al cospetto delle luci che illuminavano il palco, sembravano quasi divertiti.
    «Potresti...» esitai, lo sguardo fisso su di lui. «... Farlo di nuovo?»
    La voce era ridotta quasi ad un sussurro, e io stessa faticai a comprendere il motivo di quell'assurdissima richiesta.
    Sì, insomma, il mio migliore amico mi aveva appena confessato di provare qualcosa per me e io che facevo? Spegnevo il cervello e mi lasciavo trasportare dalle follie?!
    E perché sentivo vibrare d'eccitazione ogni cellula del corpo?
    «Cioè non è quel che volevo dire, è che...» mi resi conto di avergli domandato una cosa ancor più assurda della prima, e probabilmente non mi sarei cacciata fuori da quel pasticcio in maniera tanto facile. «Penso sia piaciut-» anche a me?
    Ma per la santa miseria, Bibì!
    «Penso che i Queen andranno benissimo, si! Somebody to love credo sia a tem-» no, non stavo più connettendo, non ce la stavo facendo. «Forse è meglio che tenga la bocca chiusa, per evitare altri casini, santissima miseriaccia ladra!»
    E, senza poterci fare nulla, arrossii come un pompelmo.
    «Si perché insomma» no, da nervosa, non riuscivo proprio a starmene con la bocca chiusa. «Mi hai appena detto una cosa dolcissima, irrazionale sì perché a dire il vero mi ha preso in contro piede e non avrei mai creduto possibile che uno scienziato del tuo calibro potesse anche solo sentirsi attratto da una puffa come me, e sono consapevole del fatto di star sproloquiando a macchinetta perché sono evidentemente incapace di contenere il nervosismo, il che mi capita spesso quando sono agitata o quando sperimento qualcosa di nuovo, o quando accade qualcosa di imprevisto e...» presi un gran respiro, stoppandomi per un nanosecondo. «Sono un disastro, Dam, e temo che oggi non sia il primo di aprile»
    Forse, stavo iperventilando.

    lhAq7mM

    © CODE CREATED BY ;NINA ONLY FOR BROTHERHOOD REBIRTH. NOT COPY

     
    .
  9.     +1   +1   -1
     
    .
    Avatar

    Advanced Member
    ★★★★★★

    Group
    Member
    Posts
    8,045
    Stima
    +903

    Status
    Anonymes!
    Damien Von Hale

    ❝They say before you start a war,
    you better know what you're fighting for❞
    tumblr_ljworlmuey1qg2aq4
    ■ 26 anni ■ Stregone ■ Single ■ Scheda ■ Insegnante/Scienziato ■ CB

    V
    edere Bibì così imbarazzata, lei che aveva sempre la battuta pronta, mi provocò un moto di tenerezza.
    E avrei davvero voluto abbracciarle e rassicurlarla, ma volevo che prima di tutto capisse.
    E quale modo migliore se non raccontandole la mia storia?
    «C'era una volta una ballerina il cui nome era Aurore Baltroy» iniziai. Avevo un tono di voce calmo e tranquillo, quasi come se fossi stato davvero un padre che racconta alla figlia una storia. «Era la prima ballerina dell'Opera di Parigi, una delle più brave: eppure voleva di più. Così quando il mafioso Aleksandr Andreevič von Hale iniziò a corteggiarla, ella cedette presto alla passione e al denaro che l'uomo le prospettava davanti: dalla loro unione nacquero due bambini. Damien e Micheal von Hale»
    Nemmeno Rick, l'unico al mondo capace di farsi per migliore amico il figlio di un pericolosissimo mafioso russo, capo di una delle migliori organizzazioni criminali al mondo, sapeva di mio fratello. O meglio: sapevo che conoscesse a grandi linee la storia, ma non aveva mai indagato a riguardo nè io gli avevo mai accennato a quel bambino perduto.
    «Aleksandr però non voleva una vera e propria moglie e Aurore presto si stancò di lui: l'affidamento dei bambini passò alla madre di lei e il mafioso consentì che la donna sposasse un ricco imprenditore suo amico. Tuttavia, andava a trovare Damien quando la nonna e il fratellino non erano presenti, sperando di educarlo a diventare il suo erede: lo picchiava, lo torturava, cercava di fargli uccidere persone, considerando i poteri di cui il ragazzo disponeva, giacchè stregone, nonchè un QI che probabilmente avrebbe fatto gola addirittura alla NASA» accennai ad un sorrisetto divertito, ma tornai serio.
    Quella storia aveva pochissimo di divertente, lo sapevo anche io. Lo sapevo su tutto io, che guardando le mie mani vedevo il sangue di Micheal colare sul pavimento.
    «Sarebbe stato inutile per Damien scappare, comprendendo che il padre lo avrebbe trovato ovunque fosse andato; così si faceva coraggio e sopportava per il fratello. Fino a quando, una notte, la nonna era uscita a teatro e lui e il fratello erano in casa: il padre irruppe nell'abitazione e picchiò Damien così forte da rompergli una gamba. Non contento, tirò fuori una pistola e cercò di spaventare il ragazzo per terra: non calcolò, però, che Micheal, un bambino di nemmeno otto anni, fosse sveglio. Mike protesse il fratello maggiore con il proprio corpo e morì tra le sue braccia prima che qualcuno potesse fare qualcosa per salvarlo» inspirai. «Ti amo» ripetei. «Ma ho già il sangue di mio fratello sulle mani e il senso di colpa per non averlo tenuto con me. Stammi lontana Phoebe, procura di raccontare la mia storia ai tuoi genitori e proteggerti: ha fatto fuori mio fratello senza rimorsi, con te non avrebbe scrupoli. Nessuno scrupolo»


    © CODE CREATED BY ;NINA. DON'T STEAL


     
    .
  10.     +1   +1   -1
     
    .
    Avatar

    Mirror of Erised Rpg
    ★★★★★★★

    Group
    Administrator
    Posts
    11,688
    Stima
    +487

    Status
    Anonymes!
    Phoebe Morgerstern
    ❝Don't spend time beating on a wall,
    hoping to transform it into a door❞
    uX7nwmaW4kPPdD
    ↘16 anni ▼ umana ▼ studentessa/scienziato ▼ etero ▼ single↙

    Mi sarei aspettata una mano sulla bocca, non so un qualsiasi gesto che avrebbe potuto zittire l'interminabile e confuso fiume di parole che mi stava gettando in preda all'imbarazzo più totale. Dam, mio prof nonché carissimo amico, per qualche motivo aveva deciso di farmi prendere un infarto prima del tempo: non solo ero venuta a conoscenza di situazioni che imputavano entrambi di azioni un tantino spinte e votate alla lussuria più sfrenata, no, forse era ancora troppo poco! Perché, a dire il vero, non fu tanto quello a shockarmi quanto la dichiarazione di Dam.
    Sulle prime avevo pensato ad una presa in giro, capita spesso dopotutto tra amici. Ma quando gli occhi si erano rispecchiati in quelli verdi di lui, capii in realtà quanto fossero veritiere e sincere le sue parole.
    E, per la prima volta, non seppi come comportarmi.
    Non sapevo cosa rispondere, cosa fare o agire, ero semplicemente rimasta immobile come uno stonehenge, nel bel mezzo del palco. Riuscii solo per grazia divina ad accozzare parole a caso in una frase che avesse miracolosamente un senso, ammettendo infine quanto fossi disastrosa.
    Sì, Phoebe Morgenstern era il disastro, la croce del genere umano, l'uragano Katrina della situazione, completamente ignorante sul piano sentimentale e ancor più ignorante quando si trattava di rispondere con tatto.
    Non sapevo cosa mi stesse accadendo, onestamente, ma l'unica cosa sicura era che per tutto il tempo non staccai mai lo sguardo dall'imponente figura di Dam, che mi stava poco davanti.
    «C'era una volta una ballerina il cui nome era Aurore Baltroy» cominciò. «Era la prima ballerina dell'Opera di Parigi, una delle più brave: eppure voleva di più. Così quando il mafioso Aleksandr Andreevič von Hale iniziò a corteggiarla, ella cedette presto alla passione e al denaro che l'uomo le prospettava davanti: dalla loro unione nacquero due bambini. Damien e Micheal von Hale»
    Una storia pesante, quella, che mai avrei ritenuto possibile. Non avevo mai indagato sulla vita privata di Dam, o meglio, sul suo passato, su tutto ciò che avvenne prima della nostra conoscenza. Sapevo che fosse un amico di Rick, qualche anno prima erano stati compagni di squadra, ma mai nessuno mi aveva narrato la sconvolgente verità, tanto meno Damien stesso prima di allora.
    Un'infanzia difficile, trascorsa tra liti, un padre senza scrupoli e una madre libertina: erano cresciuti come fiori su un terreno arido, lui e suo fratello, avevano tirato avanti come potevano finché non era accaduto l'inevitabile.
    Una tragedia ricollegai ingenuamente al nome del suo androide, Micheal.
    «Lo hai chiamato come tuo fratello» ammisi, addolcendo un poco lo sguardo, rilassando i lineamenti e ascoltando il resto della storia.
    «Ti amo» confessò poi.
    Lui quasi calmo, io col fiato corto e le palpitazioni che si estendevano a tutto il braccio sinistro.
    Lo aveva detto. Aveva appena detto di provare qualcosa per me, di amarmi, rendendomi partecipe di un passato difficile anche solo da ricordare e io che facevo? Rimanevo immobile come un pozzo in mezzo alla piazza?
    «Ma ho già il sangue di mio fratello sulle mani e il senso di colpa per non averlo tenuto con me. Stammi lontana Phoebe, procura di raccontare la mia storia ai tuoi genitori e proteggerti: ha fatto fuori mio fratello senza rimorsi, con te non avrebbe scrupoli. Nessuno scrupolo»
    Abbassai lo sguardo, indecisa sul da farsi. Mi sentivo punta nel vivo e volevo decisamente aiutarlo, non a proteggersi da una famiglia fin troppo vendicativa quanto da sé stesso.
    Da quel ragazzone buono e dal sorriso tra le labbra, un amico prezioso che mai avrei lasciato scappare.
    «Mi dispiace davvero, Dam» alzai lo sguardo, occhi azzurri baciavano occhi verdi. «Non posso neanche immaginare il tuo dolore o tutto quello che hai dovuto passare per via di un padre che...» sospirai, le parole morirono in gola.
    Ebbi tuttavia la forza di avvicinarmi a lui, prendendogli una mano tra le mie e stringendogliela forte, calorosamente.
    «Ha condizionato fin troppo la tua vita, Damien, e anche tu sai che non puoi continuare ad allontanarti dalle persone che ti vogliono bene. Perché io te ne voglio e non so se è solo bene, quello che provo per te, ma è qualcosa di forte, di inestimabile, qualcosa che ho sentito crescere imparandoti a conoscere meglio» e diamine se non fossi sincera! «Potrà essere il peggior mafioso sulla faccia della terra, questo Von Hale, potrà essere il più pericoloso anfitrione tra i suoi simili, ma non permettergli di continuare ad influire sulla tua vita, di disgregarla e rovinarla»
    Chiusi gli occhi, poi poi riaprirli e fissare in basso il pavimento, i nostri piedi.
    «Non permettergli di portarti via da me» sussurrai quasi, flebile prima di rialzare lo sguardo sul suo volto. «Starò bene, Damien, anche così» non volevo allontanarmi da lui, non volevo e avrei fatto di tutto per impedirglielo. «Insomma, siamo i Morgestern! Ci sono più guardie in casa nostra che alla Casa Bianca!» sbottai, accennando un sorriso per stemperare la tensione.

    lhAq7mM

    © CODE CREATED BY ;NINA ONLY FOR BROTHERHOOD REBIRTH. NOT COPY

     
    .
  11.     +1   +1   -1
     
    .
    Avatar

    Advanced Member
    ★★★★★★

    Group
    Member
    Posts
    8,045
    Stima
    +903

    Status
    Anonymes!
    Damien Von Hale

    ❝They say before you start a war,
    you better know what you're fighting for❞
    tumblr_ljworlmuey1qg2aq4
    ■ 26 anni ■ Stregone ■ Single ■ Scheda ■ Insegnante/Scienziato ■ CB

    H
    ow could we not talk about family when family’s all that we got?
    Everything I went through you were standing there by my side
    And now you gonna be with me for the last ride

    [See You Again-Wiz Khalifa ft Charlie Puth]

    «Lo hai chiamato come tuo fratello»
    Già, lo avevo chiamato come lui, dandogli persino il suo carattere allegro e pestifero che aveva caratterizzato il piccolo Micheal: non era mio fratello, lo sapevo, ma era stato divertente averlo intorno.
    Lo era ancora, tutto sommato.
    Accennai ad un sorriso, annuendo. Vendicare Micheal era ciò che mi aveva spinto ad accettare la NASA, a sopravvivere, a trovare una ragione per sorridere: Rick era capitato nella mia vita per caso e aveva scelto di restare per testardaggine.
    Ma non volevo perdere Phoebe. A differenza mia, aveva ancora una possibilità per una vita migliore.
    Ma anche lei, come suo fratello, non capiva: pensava semplicemente che mi facessi condizionare da mio padre, che il suo essere il nemico numero uno del governo Russo fosse qualcosa di facilmente oltrepassabile.
    La guardai con orrore, sottraendo la mia mano alla sua stretta.
    «Tu e tuo fratello siete dei dannati incoscienti. Mio padr- quell'uomo non ha solo condizionato la mia esistenza, l'ha rovinata, l'ha distrutta, mi ha portato via tutto solo per piegarmi e costringermi a diventare come lui: finchè non lo ucciderò io non potrò vivere o morire in pace» replicai duramente.
    «Non avrei dovuto dirti nulla dei miei sentimenti. Non merito di amare nessuno» aggiunsi. Avevo amato Micheal ed era morto tra le mie braccia felice di avermi salvato, brutto idiota speravo solo di rivederlo per sferrargli un pugno in faccia, ed ero terrorizzato all'idea che lei o il fratello, quell'idiota dalla battuta facile e di cattivo gusto, potessero fare la stessa fine.
    Che cosa avrei fatto allora?
    «Tu non starai bene anche così.. Perchè se io un giorno riuscissi a sconfiggere mio padre, riuscissi a sabotare la sua organizzazione, credi che la tua famiglia, sapendolo, mi permetterebbe di frequentarti o che Rick non avrebbe da ridire? Santiddio, sono più grande di te e sono figlio dell'uomo che ha rubato mille e più segreti al governo americano! Tuo padre ha fatto ricorso presso il direttore generale della NASA quando mi hanno assunto solo perchè sono il figlio di quell'uomo con cui egli ha lavorato! Lo so che la gente che sa la mia storia mi eviti, che credi?» scossi il capo, frenetico e convulso come non mai. «Meriti una vita felice. Una vita che non abbia in mezzo anche me, Bibì» conclusi, afferrando il borsone e facendo per andarmene.
    Era stato doloroso ma necessario. Doveva capire, doveva... Faceva male, bruciava il cuore come una pallottola ma Bibì doveva avere una vita normale che non comprendesse il figlio di un mafioso.
    L'ombra di mio padre e il sangue di Micheal avevano condizionato tutta la mia esistenza, forse. Ma non si poteva dire che non avessi ragione di temerlo, in fondo.


    © CODE CREATED BY ;NINA. DON'T STEAL


     
    .
  12.     +1   +1   -1
     
    .
    Avatar

    Mirror of Erised Rpg
    ★★★★★★★

    Group
    Administrator
    Posts
    11,688
    Stima
    +487

    Status
    Anonymes!
    Phoebe Morgerstern
    ❝Don't spend time beating on a wall,
    hoping to transform it into a door❞
    uX7nwmaW4kPPdD
    ↘16 anni ▼ umana ▼ studentessa/scienziato ▼ etero ▼ single↙

    Sciolse in modo troppo brusca quel contatto, con una freddezza e scontrosità che mi provocò un'inevitabile brivido dietro la schiena. Perché, anche solo per un'istante, mi accorsi di una sfumatura diversa nei suoi occhi, una piccola variante che non vi avevo mai scorto: sofferenza, odio, vendetta, incomprensione. Sentimenti che si stavano convergendo all'unisono nell'animo di un solo uomo, nonché mio migliore amico.
    Per un attimo, mi parve di non conoscerlo affatto, neanche fosse stato un completo sconosciuto, un'estraneo. E fu allora che ebbi quasi paura.
    Cosa ti stanno facendo, Damien? Perché non me ne hai mai parlato?
    Anche se non volevo ammetterlo a me stessa, il perché del suo comportamento risultava essere più che ovvio: non voleva mettermi in pericolo, non avrebbe mai permesso che facessi la stessa fine del povero Mike. La sua era stata una storia difficile, struggente, che non avrei mai saputo arginare neanche volendolo: eppure non gli avrei permesso di rovinarsi, né di fare in modo che tutta quella situazione avesse finito con l'allontanarci.
    «Tu e tuo fratello siete dei dannati incoscienti. Mio padr- quell'uomo non ha solo condizionato la mia esistenza, l'ha rovinata, l'ha distrutta, mi ha portato via tutto solo per piegarmi e costringermi a diventare come lui: finchè non lo ucciderò io non potrò vivere o morire in pace» ammise, con una durezza che non gli apparteneva affatto. «Non avrei dovuto dirti nulla dei miei sentimenti. Non merito di amare nessuno»
    Aggrottai le sopracciglia, ricoprendo le distanze, determinata a smentire quelle sue assurdità.
    «Ed è qui che ti sbagli, zuccone di uno scienziato che non sei altro!» quasi gli urlai, fregandomene di modulare la voce. «Meriti di essere amato, ogni persona merita di essere amata, e tu lo sei dannazione!» ammisi con enfasi, le guance rosse. «Rick ti vuole bene, Alex e Angie te ne vogliono, io te ne voglio! Non mi importa un'accidenti di quanto possa essere insensibile e mostruoso quell'uomo che ti ha messo al mondo, la famiglia non si sceglie ma possiamo sempre essere diversi da loro, Damien, abbiamo la facoltà di decidere e pensare con la nostra testa!» ero infervorata, ormai, addio. «Mi dispiace per tutto il male che ti ha fatto e che tu abbia dovuto sopportare le sue crudeltà per una vita intera, ma guardami..» gli presi il volto tra le mani, gli occhi che brillavano di una determinazione nuova. «Io ci sono e non ti lascerò andare, hai capito?»
    Sapevo che mio padre non approvava la mia amicizia con Damien -e solo adesso ne avevo capito il reale motivo- né tanto meno che Rick continuasse a frequentarlo, ma non mi importava assolutamente neanche di questo, cosa che invece aveva molto peso per Dam.
    «Meriti una vita felice. Una vita che non abbia in mezzo anche me, Bibì» concluse, afferrando il suo borsone e facendo per andarsene.
    Deglutii, aggrottando le sopracciglia e raggiungendolo a falcate abnormi per una nana come me, girandolo poi per una spalla e assestandogli un sonoro schiaffo in pieno volto.
    «E questo è quello che, adesso, ti meriti tu anche solo per aver cercato di pensare certe cose!»
    E, superandolo con una spallata, mi diressi dietro le quinte, determinata ad uscire da dove ero venuta.
    Zuccone. Tremendo e irrimediabile zuccone che non è altro!
    Ricacciai indietro una lacrima di rabbia, incavolata com'ero: era raro che la mia rabbia assumesse un livello di tale portata e, dovevo riconoscerlo, Dam si era davvero impegnato per tirar fuori il meglio di sé. Mi passai dunque una mano sugli occhi, mentre posizionai l'altra appena sopra la maniglia, esitando.

    lhAq7mM

    © CODE CREATED BY ;NINA ONLY FOR BROTHERHOOD REBIRTH. NOT COPY

     
    .
  13.     +1   +1   -1
     
    .
    Avatar

    Advanced Member
    ★★★★★★

    Group
    Member
    Posts
    8,045
    Stima
    +903

    Status
    Anonymes!
    Damien Von Hale

    ❝They say before you start a war,
    you better know what you're fighting for❞
    tumblr_ljworlmuey1qg2aq4
    ■ 26 anni ■ Stregone ■ Single ■ Scheda ■ Insegnante/Scienziato ■ CB

    «
    Ed è qui che ti sbagli, zuccone di uno scienziato che non sei altro! Meriti di essere amato, ogni persona merita di essere amata, e tu lo sei dannazione! Rick ti vuole bene, Alex e Angie te ne vogliono, io te ne voglio! Non mi importa un'accidenti di quanto possa essere insensibile e mostruoso quell'uomo che ti ha messo al mondo, la famiglia non si sceglie ma possiamo sempre essere diversi da loro, Damien, abbiamo la facoltà di decidere e pensare con la nostra testa!»
    Come eravamo finiti a litigare così, quasi due perfetti sconosciuti? Forse era colpa mia con il mio nascondermi, nascondere la mia identità, me stesso agli occhi del mondo?
    Non lo sapevo, ma ero decisamente arrabbiato. Come me stesso, con Bibì, con la vita che mi era stata riservata.
    «Bibì ma non lo capisci? Non sto pensando con la sua testa, sto tentando disperatamente di proteggervi! Quell'uomo fa esperimenti su esseri umani cercando di capire come crearsi un proprio esercito! Io l'ho visto e non posso fare molto se non pregare di ucciderlo il più in fretta possibile e sperare di smantellare quella sua rete di scagnozzi con queste mie mani!» replicai furioso. Non mi lasciavo condizionare da mio padre, non nelle idee e nei miei sentimenti, ma sentirmi dire che quasi fosse colpa mia, quasi come se cercare disperatamente di proteggere qualcuno da un uomo così sadico fosse da ritenere una debolezza, ecco, quello mi faceva davvero arrabbiare.
    Possibile che non lo capisse?
    «Mi dispiace per tutto il male che ti ha fatto e che tu abbia dovuto sopportare le sue crudeltà per una vita intera, ma guardami. Io ci sono e non ti lascerò andare, hai capito?»
    Scossi il capo.
    Era bello sapere che qualcuno si preoccupasse per me, che pensasse che meritassi amore. E forse era vero, forse era davvero così ma non cambiava la sostanza delle cose.
    E che Bibì fosse con me... Era brutto da dire, ma non cambiava.
    Mio padre l'avrebbe sicuramente presa di mira, approfittando di qualsiasi spiraglio: e da bravo curioso qual era, uno scienziato del nuovo millennio, l'avrebbe studiata. Anche a fondo se necessario.
    Il fatto che mi avesse schiaffeggiato era più che naturale, pensai, mentre strizzavo gli occhi. Era delusa, arrabbiata e lo sentivo, lo avvertivo, ma tutto ciò che potevo darle era il mio disperato tentativo di protezione.
    «E questo è quello che, adesso, ti meriti tu anche solo per aver cercato di pensare certe cose!»
    Risi. Fu una risata amara e priva della benchè minima gioia.
    «Credi davvero che sarebbe tutto rosa e fiori? Quale amore lo è?!» replicai, scuotendo il capo. «Cresci Bibì. Non esiste l'amore nelle fiabe, non con me. Vuoi stare con me? Devi affrontare mio padre, la tua famiglia e tuo fratello: io non ho nulla da perdere, tu si. Tu hai una vita davanti, una giovinezza che potresti goderti nel migliore dei modi! Ma oh, hai deciso che vale la pena affrontare un mafioso con agganci praticamente ovunque illudendoti che basti il tuo amore e non pensarci! Ti do una notizia: non funziona così! Cosa pensi che proverei vedendoti morire tra le mie braccia? Ci hai pensato? Io morirei con te! Dio santo, sei rimasta l'unica cosa bella della mia vita, come fai a non vederlo? Come fai a pensare che io stia facendo tutto questo per capriccio? Pensi che non muoia ogni giorno nel vedere come guardi un altro? Pensi che non faccia male il pensiero di te felice tra le braccia di un altro?» scossi il capo, furioso.
    Non poteva capire perchè non aveva provato ciò che io ero stato costretto a vivere giorno dopo giorno, era quello il succo.
    E deciso ad andarmene dalla porta secondaria afferrai il borsone. Tremavo, letteralmente.


    © CODE CREATED BY ;NINA. DON'T STEAL


     
    .
  14.     +1   +1   -1
     
    .
    Avatar

    Mirror of Erised Rpg
    ★★★★★★★

    Group
    Administrator
    Posts
    11,688
    Stima
    +487

    Status
    Anonymes!
    Phoebe Morgerstern
    ❝Don't spend time beating on a wall,
    hoping to transform it into a door❞
    uX7nwmaW4kPPdD
    ↘16 anni ▼ umana ▼ studentessa/scienziato ▼ etero ▼ single↙

    Inammissibile. Un pallone gonfiato che stava dicendo cose senza senso e prive di ogni logica, ecco cos'era! Come sperava di uccidere un padre che, da quel che avevo capito, era a capo di una grossa organizzazione mafiosa-criminale con il solo ausilio delle sue stesse forze?
    No, probabilmente, qualche rotella non faceva più contatto.
    «Damien, ma che cavolo, ti stai ascoltando?» e sì avevo alzato ulteriormente la voce. «Stai parlando di uccidere una persona super protetta da chissà quante guardie del corpo e, per di più, che si trova in Russia. In Russia, dannazione! Noi siamo in America, se non te ne fossi accorto, lì fuori c'è una diavolo di Statua della Libertà in mezzo all'oceano, non una matriosca! Non sa di noi, non sa il mio nome e non sa neanche che esisto! Finché è così, cosa dovrei temere, vuoi spiegarmelo, cortesemente?» stillai con foga, indicando la finestra a testimonianza dell'antica statua che ci proteggeva da più di qualche generazione.
    Per il resto, stavo letteralmente perdendo le staffe. Perché erano inconcepibili tutta quella valanga di parole, e anche se i suoi fini erano giustificati dalla paura che gli incuteva la crudeltà di suo padre, attualmente non aveva modo di temere nulla, dato che nessuno a parte lui e la mia famiglia -e per famiglia intendo anche Angie e Alex- sapeva del mio piccolo piccolissimo segreto.
    E poi vennero altre parole, ultime innocenti gocce che fecero traboccare un vaso sull'orlo di un naufragio.
    «Io dovrei fare che cosa sottolineai, alzando ironicamente un sopracciglio e lasciandomi sopraffare da un sorrisetto che non prometteva nulla di buono. «Qui l'unico che deve crescere sei tu, Damien Von Hale!» lo rimbeccai, martellandogli un dito sul petto. «Se io ho una vita, ce l'hai anche tu e se io ho una scelta anche tu ce l'hai e non deve per forza essere un atto eroico di puro masochismo! Che c'è tu non sei giovane? Se a ventisei anni ti reputi già vecchio, allora non oso immaginare i progetti per il futuro! Ma ehi, io sarò pure la ragazzina viziata che non capisce un tubo di quel che dicono i grandi e vuole giocare "all'acchiappiamo felicemente il malvivente", ma sì, lasciamo l'arduo compito nelle mani di uno scienziato, nelle mani di una sola -e sottolineo una sola!- persona che sicuramente riuscirà a sconfiggerlo! Ma non come nelle fiabe, attenzione, perché quelle sono per i bambini!» lo guardai negli occhi, fissa. «Tu hai semplicemente paura di vivere Damien. Ti stai facendo condizionare da un uomo che non ha alcun diritto di farti questo, e sai cosa? Lui ci gode a vederti così e tu glielo lasci fare!» mi passai una mano tra i capelli, quasi sudati per la rabbia e la foga, sospirando. «E no, con questo non ho messo in dubbio la tua buona fede, perché come tu tieni a me, anche io tengo a te. Non ho mai pensato che tu stia facendo tutto per capriccio, ma non posso accettare che mi tratti in questo modo. Non posso accettare di sentirti dire certe cose, di saperti da solo in un ambiente nemico e ostile, in balia di ogni circostanza, alle prese con armi e loschi dannatissimi individui che potrebbero ferirti o ucciderti da un momento all'altro. E' stupido, irrazionale, insensato affrontare tutto questo da soli e senza un aiuto, senza un grande aiuto!» sentivo le lacrime pizzicarmi gli occhi, cosa che mi indusse a prendere una boccata d'aria.
    «Prima dici tutte quelle cose sul fatto di tenere a me, di amarmi... Ti sei dichiarato, insomma! E poi cosa? Mi stai praticamente mettendo al corrente della tua folle missione suicida? Tu che sei grande, riesci a capire almeno questo? La preoccupazione e il bene che ti voglio? Ci riesci, Dam? Perché io, in tutta questa grande storia, ci vedo solo una grande paura e nient'altro»
    E con una le lacrime ormai agli sgoccioli, mi diressi verso l'uscita secondaria, richiudendomi la porta alle spalle.
    Stupido di un Damien! Demente, emerito cretino!
    Perché sì, non era altro che uno stupido, ecco cos'era! E io mi sentivo fin troppo ferita e offesa per quella presa di posizione per tornare indietro e continuare la conversazione. Così confusa e impedita -e dalla vista già precaria offuscata dalle lacrime- che non mi accorsi di andare a sbattere contro l'ultima persona che avrei voluto vedere in quel momento.
    «Phoebe?» Ryan alzò un sopracciglio afferrandomi delicatamente per le spalle. «Ma che ti è successo, stai bene?» e se sembrava preoccupato, neanche lo notai. «Ti sto cercando da almeno una ventina di minuti, dovevamo pranzare in quel locale che ti avevo accennato a lezion-»
    «Scusami Ryan, ma non è proprio il momento, perdonami» e, ancora scossa per quel che era successo, lo superai. O,almeno ci provai.
    Ryan mi aveva infatti bloccata repentinamente per un polso, la stretta appena accennata.
    «No, ti è successo qualcosa e voglio saperlo» ammise, il tono tra il corrucciato e il preoccupato. «Non dirmi che è stato il prof, quel Von Hale di chimica, vero?» incalzò.
    Lo guardai esasperata.
    «Ryan sto bene, ti ho detto che al momento non sono nell'umore e basta, per la miseria! Sei carino a preoccuparti per me, ma adesso voglio stare un po' da sola»
    Il mio amico, tuttavia, non volle sapere ragioni e sospingendomi verso la parete, mi prese il volto tra le mani. «Io non ti lascio andare, hai capito?»

    lhAq7mM

    © CODE CREATED BY ;NINA ONLY FOR BROTHERHOOD REBIRTH. NOT COPY

     
    .
  15.     +1   +1   -1
     
    .
    Avatar

    Advanced Member
    ★★★★★★

    Group
    Member
    Posts
    8,045
    Stima
    +903

    Status
    Anonymes!
    Damien Von Hale

    ❝They say before you start a war,
    you better know what you're fighting for❞
    tumblr_ljworlmuey1qg2aq4
    ■ 26 anni ■ Stregone ■ Single ■ Scheda ■ Insegnante/Scienziato ■ CB

    I
    ncredibilmente, stavamo litigando.
    Non che mi aspettassi comprensione, non da parte di Bibì: era nata fortunosamente in una famiglia dabbene che - sebbene un pò chiusa mentalmente, da quello che i corridoi della NASA sussurravano- non le aveva mai fatto mancare nulla.
    E le auguravo che non capisse il senso di solitudine, di impotenza, di dolore. Il senso di paura, la distruzione della propria anima osservando una bara con dentro una persona cara.
    «Damien, ma che cavolo, ti stai ascoltando? Stai parlando di uccidere una persona super protetta da chissà quante guardie del corpo e, per di più, che si trova in Russia. In Russia, dannazione! Noi siamo in America, se non te ne fossi accorto, lì fuori c'è una diavolo di Statua della Libertà in mezzo all'oceano, non una matriosca! Non sa di noi, non sa il mio nome e non sa neanche che esisto! Finché è così, cosa dovrei temere, vuoi spiegarmelo, cortesemente?»
    Inspirai per calmarmi, a fondo, contando fino a quindici per non urlarle in faccia di nuovo: farmi picchiare era l'ultima delle mie aspirazioni, sul momento.
    «Due mesi fa, un idraulico è venuto a casa vostra per un controllo. Mi hai detto che gli hai aperto tu la porta e che ha fatto domande molto generali su casa vostra e sulle tubature: analizzando i frammenti delle videocamere che Rick mi ha passato ho scoperto che quell'uomo fosse mio padre. Lui sa di te, Bibì. Sa dove abiti, cosa ti piace fare e probabilmente sa persino del tuo laboratorio: non lo so, ma tutto questo non può essere fermato da una Statua di metallo, lo capisci, no?» replicai con una calma che voleva essere raccolta e più naturale possibile ma che risultò più forzosa del solito.
    Ascoltare le sue parole fece male. Sapevo che non lo diceva con l'intento di screditarmi, ma il fatto era che sostanzialmente mio padre era un affare mio: aveva probabilmente contatti anche nel Governo Americano in cui Phoebe riponeva una così grande fiducia, cosa che mi spingeva a pensare che avrei dovuto approfondire le mie indagini sul passato di mio padre.
    Chi era prima di diventare la Corona di Russia?
    «Se la pensi così, non abbiamo altro da dirci.» affermai seccamente, scuotendo il capo quando Bibì mi fee notare che essendomi dichiarato non avevo messo in conto i suoi sentimenti alla notizia della mia missione. «Lo so. E' lo stesso che prova tuo fratello, sono il migliore amico di entrambi, no? Ma tu puoi andare avanti anche senza la mia presenza nella tua vita, io non posso andare avanti senza vendicarmi di tutto ciò che mi ha tolto. Tu dici che è follia, ma io sono nato per questo: non so come possa funzionare una vita passata senza uno scopo, non voglio restare qui e pensare a come potrebbe essere la mia vita senza un'arma in mano, una nuova invenzione. Io non posso vivere sapendo che mio fratello chiede ancora di essere vendicato, Bibì. Ti amo, ma questo non cambia ciò per cui sono nato» conclusi.
    Faceva male? Certamente. Sentivo il cuore sanguinare, un sapore acido in bocca e le lacrime pungermi gli occhi: ma era così che doveva andare. Non potevo permettere che Bibì si lasciasse coinvolgere.
    Quando uscì, tirai un pugno ad uno specchio di scena, mandandolo a terra. Calciai uno scatolone di vecchie cianfrusaglie, chiedendomi se prendere a calci qualcosa sarebbe valso a colmare il senso di vuoto e frustrazione che avevo dentro.


    Credo che uscire e ritrovarsi i due piccioncini davanti agli occhi avrebbe fatto saltare i cinque minuti a chiunque: ma del resto, era meglio quel Tom che continuare una discussione del tutto infruttuosa, il che mi spinse a, semplicemente, evitarli.
    Anche se morivo dalla voglia di tirare un pugno a quel ragazzino e cambiare i suoi deliziosi connotati: magari per fargli passare la voglia.
    Passai loro accanto, fissando il pavimento, cercando di impormi una calma che sarebbe evaporata - lo sapevo- al primo raggio di sole.


    © CODE CREATED BY ;NINA. DON'T STEAL


     
    .
18 replies since 22/3/2015, 23:13   220 views
  Share  
.